Il futuro dell’ambiente
Due documentari e due incontri per le scuole sulla tutela ambientale, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale.
Descrizione
La Fondazione Culturale Stensen e il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (DICEA) dell’Università di Firenze propongono un ciclo di quattro incontri su temi ambientali di grande attualità, pensati per gli studenti del triennio delle scuole superiori. In due incontri guarderemo e discuteremo insieme due documentari; gli altri due incontri saranno dedicati alla presentazione e discussione di alcune tematiche, da concordare con i docenti, che fanno parte dell’attività di ricerca del Dipartimento.
I film potranno essere visti dalle classi partecipanti (al mattino o al pomeriggio) presso un cinema selezionato per mantenere intatta l’esperienza collettiva e garantire la dovuta attenzione alla visione, oppure, in casi specifici, attraverso una modalità di streaming possibilmente condivisa presso l’istituto scolastico. La discussione segue la visione cinematografica.
Gli incontri possono essere organizzati presso gli istituti scolastici oppure presso un cinema, a seconda dei numeri dei partecipanti e delle normative in vigore.
Saranno forniti materiali integrativi e di approfondimento sui film e sugli argomenti trattati a integrazione della successiva didattica in classe.
I documentari
a cura di Fondazione Stensen
Watermark
L’acqua è elemento indispensabile e riferimento obbligato della vita dell’uomo, senza di essa l’uomo non può sviluppare società. Ma come interagisce l’uomo con l’acqua? Come la usa per produrre cibo, energia, merci? Con quale impatto ambientale? Watermark è un film-documentario che raccoglie da tutto il mondo storie sul rapporto tra l’uomo e l’acqua. Dalla diga di Xiluodu in Cina, la terza diga più grande al mondo, all’ex delta del fiume Colorado in Messico; dalle inquinanti concerie di Dacca in Bangladesh alle enormi acquacolture di molluschi al largo della costa cinese. Foto e riprese aeree ad altissima definizione catturano queste storie dell’uomo e dell’acqua; il regista-fotografo ha pensato di poter assolvere questo compito “salendo in alto, in aria, per osservare l’acqua dalla stessa prospettiva degli uccelli”.
Bigger than us
Cosa è più grande di noi? Il cambiamento verso una maggiore giustizia ambientale e sociale, e anche la resistenza a questo cambiamento possono essere affrontati e risolti? Forse sì, se pensiamo che le possibilità del gruppo sono sempre maggiori della somma delle capacità dei singoli. Nel suo viaggio per il mondo la giovane attivista Melati incontra suoi coetanei impegnati come lei in progetti umanitari e ambientalisti. Questo lungometraggio ci fa conoscere ragazzi dai 18 ai 25 anni e le loro lotte, i rischi, le denunce, i risultati in molteplici ambiti: dall’inquinamento della plastica all’emergenza climatica, dal salvataggio e l’educazione dei rifugiati ai diritti delle donne, dalla sicurezza alimentare alla libertà di informazione. 7 paesi: Indonesia, Libano, Malawi, Grecia, Stati Uniti, Brasile, Uganda; 7 ragazzi: Melati, Mohamad, Memory, Xiutezcatl, Mary, René, Winnie, e i loro network; 7 storie di successo e cambiamento.
Vincitore del Premio Young Jury al 62° Festival dei Popoli.
Gli incontri sui temi di ricerca
a cura di DICEA (scegliere 2 tra i 5 argomenti proposti)
Economia circolare, il ciclo di vita dei prodotti, i rifiuti
Da dove vengono e dove vanno a finire le cose che usiamo tutti i giorni? Quali sono i modelli di produzione in economia e il loro impatto ambientale? Parleremo di economia circolare versus economia lineare. La crisi della tradizionale economia lineare basata sul modello take-make-dispose deriva dalla limitatezza e dal costo crescente delle risorse naturali e dall’impatto ambientale di processi che non risparmiano materie prime e energia, non riutilizzano i prodotti, non diminuiscono né sfruttano gli scarti. Da questa crisi nasce la proposta alternativa di un’economia circolare, che si basa sul metodo scientifico di “analisi del ciclo di vita” di prodotti, processi e servizi. L’economia circolare è rigenerativa: attraverso la minimizzazione dell’uso di nuove risorse, il riuso, la riparazione, il riciclo, riduce i rifiuti e l’uso continuo di risorse. Ma produrre una certa quantità di rifiuti è inevitabile… Parleremo di come si trattano e di come si smaltiscono.
Il nesso Acqua-Energia-Cibo
Il nesso cibo-acqua-energia è centrale per lo sviluppo sostenibile. La domanda per tutti e tre è in aumento a causa della crescita della popolazione e dell’economia globale, della crescente urbanizzazione, del cambiamento delle diete. L’agricoltura è il più grande consumatore di risorse di acqua dolce del mondo e oltre un quarto dell’energia utilizzata a livello mondiale è destinata alla produzione e alla fornitura di cibo. L’analisi dei collegamenti inestricabili tra questi domini critici richiede un approccio adeguatamente integrato, per garantire la sicurezza e la sostenibilità alimentare, idrica ed energetica in tutto il mondo. Ne parleremo analizzando anche alcuni dei più importanti indicatori di sostenibilità come le impronte idriche e di carbonio (water footprint e carbon footprint), strumenti che permettono di quantificare scientificamente il peso che i nostri consumi, attività, beni e servizi hanno sull’ambiente.
Fiumi naturali, impatto antropico sui fiumi e rinaturalizzazione
I fiumi naturali sono sistemi dinamici che si evolvono nello spazio e nel tempo modellando il paesaggio secondo complesse interazioni tra portata d’acqua, sedimenti trasportati dalla corrente, vegetazione, geologia del territorio circostante. In Europa pochi fiumi sono del tutto naturali: insediamenti, infrastrutture, costruzioni idrauliche ne limitano la libertà. Sono esempi di opere idrauliche le dighe e i bacini artificiali, gli argini, i canali deviatori, le casse d’espansione e le aree umide artificiali, le centrali idroelettriche. Quali sono i loro scopi e il loro impatto ambientale? Come si realizzano in un’ottica di riqualificazione e rinaturalizzazione dei corsi d’acqua volta volta a preservare l’ecosistema? preservarne i servizi ecologici? Parleremo di tutto questo analizzando casi studio sui fiumi Tagliamento, Rodano, Panaro, Secchia, Arno.
Difendersi dal mare e ricavare energia dal mare
L’ambiente costiero italiano è densamente popolato e caratterizzato da un intreccio di interazioni tra interessi antropici e forze naturali; la programmazione di interventi ingegneristici costieri e la loro gestione sono complesse e devono essere affrontate su larga scala. Ad esempio difendere i litorali da inondazioni e mareggiate, un rischio naturale aggravato dal cambiamento climatico. Il surriscaldamento dell’atmosfera e del mare altera gli scambi energetici e ne consegue un inasprimento dei venti foranei in intensità e frequenza, e dunque un aumento del numero e della gravità delle mareggiate. Parleremo di come è possibile difendersi dalla violenza del mare. Ma dal mare possiamo anche ricavare energia pulita: parleremo anche di strutture e sistemi off-shore per l’estrazione di energie rinnovabili, cioè di come sfruttare contemporaneamente vento, onde e correnti marine.
Sistemi complessi e formazione di pattern
In natura esistono innumerevoli sistemi complessi: sistemi in cui moltissimi componenti interagiscono tra loro a livello locale generando a scale più grandi pattern e comportamenti globali non banali: il sistema si auto-organizza senza che un’entità esterna o centrale lo controlli. Piuttosto un tale sistema ha un controllo distribuito tra i componenti ed è integrato attraverso l’interazione tra di essi. Per esempio, sono manifestazioni di auto-organizzazione il comportamento di uno stormo di uccelli o di un banco di sardine, i pattern di vegetazione in moltissimi paesaggi o le macchie del giaguaro. Parleremo in particolare di pattern di vegetazione; li studiamo perché sono molto diffusi, li studiamo per capirne i meccanismi fondamentali, inclusa la suscettibilità del sistema a bruschi cambiamenti verso stati senza vegetazione (di aridità improvvisa?), che possono risultare dal cambiamento climatico o da perturbazioni antropiche. E li studiamo perché siamo affascinati dalla loro bellezza.
Modalità e costi
Per attivare il progetto viene richiesto alla scuola un contributo minimo di 600 euro (20 euro a studente per un minimo di 30 partecipanti). Le proiezioni possono essere svolte presso le sale cinematografiche del territorio, presso il cinema Stensen oppure presso gli istituti scolastici, a seconda del numero di studenti coinvolti. Gli incontri di approfondimento sono previsti presso i plessi scolastici, in spazi e modalità concordate con i docenti, e durano circa 90 minuti l’uno. Il costo del progetto non dipende dal luogo in cui avvengono le proiezioni, bensì varia a seconda del numero di studenti coinvolti. Per prenotazioni o ulteriori informazioni scrivere a didattica@stensen.org.