Middle East Now 2021

Dal 28 settembre al 3 ottobre, il Festival di cinema e cultura contemporanea sul Medio Oriente torna alla Compagnia e allo Stensen.

29 settembre e 3 ottobre 2021
Sala: Stensen

Descrizione

Dal 28 settembre al 3 ottobre, il Festival di cinema e cultura contemporanea sul Medio Oriente torna al Cinema La Compagnia e al Cinema Stensen. Clicca QUI per scoprire l’intero programma di proiezioni, mostre ed eventi speciali.

Prezzi: pomeridiano € 4; serale € 6 intero / € 5 ridotto (under 30 e over 65)

 

Mercoledì 29 settembre

 

Ore 16:30

 

RADIOGRAPH OF A FAMILY di Firouzeh Khosrovani (Iran, Norvegia, Svizzera 2020, 82’) v.o. persiano, sott. inglese, italiano – replica del film d’apertura, alla presenza della regista

«Sono il prodotto dell’insanabile contrapposizione tipicamente iraniana tra laicismo e ideologia islamica» dice la regista Firouzeh Khosrovani, figlia di padre laico e madre musulmana praticante. Nella sua famiglia, come in tante altre, gli effetti della rivoluzione islamica hanno influito su ogni aspetto della vita quotidiana. Mentre il padre continuava ad ascoltare Bach, la madre si dedicava all’attivismo religioso. In casa niente carte da gioco o foto di donne senza hijab. Una famiglia divisa, una figlia combattuta. Attraverso fotografie, lettere e voci, la regista racconta la sua giovinezza, e la sua storia privata assurge a metafora dei cambiamenti della società iraniana negli ultimi quarant’anni, in un bellissimo film vincitore come Miglior Documentario al festival IDFA di Amsterdam.

Filmmaker Firouzeh Khosrovani investigates her parents’ unusual marriage in this documentary steeped in bittersweet history. Hossein, a radiologist, is secular and sophisticated, while his young bride Tayi is a devout Muslim, shocked by her new husband’s Western tastes. Khosrovani creates a poetic portrait of a fraught but loving relationship set against 1960s Switzerland and revolutionary-era Iran using family photos, other archival materials, recreated and imagined dialogue, and the geographical dimensions of her childhood home. The film won Best Documentary award at IDFA in 2020.

 

Ore 18:00

 

Focus Afghanistan
OSAMA di Siddiq Barmak (Afghanistan, Giappone, Irlanda 2003, 83’) v.o. farsi, sott. inglese, italiano

Una dodicenne afgana e sua madre perdono il lavoro quando l’ospedale di Kabul viene chiuso dai talebani, che vietano inoltre che le donne lavorino se prive di un “compagno legale”. Prima la chiamavano Maria e aveva 12 anni. Poi, per sopravvivere al regime assurdo dei talebani, la fanno vestire da maschio e le danno il nome di Osama. Maria/Osama dovrà crescere in fretta e imparare presto l’orrore che ogni dittatura porta con sé. Un pluripremiato capolavoro che segna la nuova era del cinema afgano, e narra la barbarie, le feroci persecuzioni, le atrocità psicologiche del regime talebano.

Afghanistan, in the early days after the Taliban took power. After the death of the last male in the family, an Afghan woman finds herself alone with her twelve year old daughter. The Taliban close the hospitals and forbid women to leave the house without a male chaperone. There is nobody to fulfil this role and they lose their jobs. In order to survive, the mother decides, with the grandmother’s help, to change her daughter’s appearance: she will now be a boy, Osama. «She» finds work with an old friend of her father’s, but is soon enlisted by the Taliban and obliged to study fundamentalist Islamism, along with other boys of the same age…

 

Ore 21:00

 

Focus Afghanistan
ANGELUS NOVUS di Aboozar Amini (Afghanistan, Paesi Bassi, UK 2015, 25’) v.o., sott. inglese, italiano

Ali e suo fratello sono due ragazzini afgani appena arrivati in Turchia come rifugiati. Per sopravvivere fanno i lustrascarpe, ma la concorrenza minaccia i loro sogni di un futuro migliore.

Afghani refugee Ali and his brother have just arrived in Turkey where, surrounded by many other refugees, his family tries to build a new life. The boys earn their living shining shoes. When one day their spot has been taken, their fragile existence and dreams of a better future hang by a thread.

 

a seguire

 

Focus Afghanistan

THE SILHOUETTES by Afsaneh Salari (Iran, Philippines 2020, 79′) v.o., sott. inglese, italiano – anteprima italiana, alla presenza della regista

 

Nel 1982, al culmine dell’invasione russa dell’Afghanistan, oltre 1,5 milioni di afgani dovettero trasferirsi in Iran in cerca di una nuova vita. Vincitore dello Special Jury Prize al festival Visions du Réel, The Silhouettes racconta la storia intima di una famiglia di rifugiati afghani che vive in Iran da oltre 35 anni, mentre il loro figlio più giovane affronta coraggiosamente le difficoltà del ritorno in Afghanistan, scelta determinata dalle limitate opportunità che esistono per gli immigrati afgani in Iran. Uno spaccato di vita molto poco conosciuto, che coinvolge ed emoziona.

In 1982, when the Russian invasion of Afghanistan was at its peak, more than 1.5 million inhabitants had to move to Iran looking for a new life. Taghi, born in Iran, wants to escape the ruthless discriminations Afghans are subjected to on a daily basis. Against all odds, he decides to move back to the country of his parents. But unexpected challenges await there for him.

 

Domenica 3 ottobre

 

Ore 11:00

 

200 METERS di Ameen Nayfeh (Palestina, Giordania, Qatar, Italia, Svezia 2020, 96’) v.o. arabo, sott. italiano – premio del pubblico alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia, alla presenza del regista

Mustafa e sua moglie Salwa provengono da due paesi palestinesi distanti solo duecento metri, ma separati dal muro. Questa strana situazione sta influenzando in negativo un matrimonio che altrimenti sarebbe felice. La coppia comunque fa il possibile per farlo funzionare. Quando è buio, Mustafa accende una luce nel suo balcone per augurare la buonanotte ai figli che sono dall’altra parte e che, a loro volta, rispondono con un segnale. Un giorno Mustafa riceve la telefonata che ogni genitore teme: suo figlio ha avuto un incidente. L’uomo si precipita al checkpoint dove pieno d’angoscia è costretto a fare la fila. Un’attesa inutile a causa di un problema con le sue impronte digitali. L’ingresso gli è negato, e disperato Mustafa chiede aiuto a un contrabbandiere per oltrepassare il muro. I duecento metri si trasformano in un’odissea di duecento chilometri, nel bellissimo film di uno dei talenti emergenti del cinema palestinese, premio del pubblico alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia.

Audience Award winner at the Giornate degli Autori in Venice. 200 meters is the actual distance separating two Palestinian localities divided by an Israeli fence, the one that separates Mustafa from his wife and children. Every night, Mustafa (Ali Suliman) greets his family from balcony to balcony. The distance seems irreparable when he learns that his son is in the hospital. He will have no choice but to turn to a smuggler to get around the wall, in an urgent pulse-pounding odyssey, of a courageous father fighting against the paradoxes of life in Palestine.