Un figlio
Un potente dramma familiare tra etica e religione, ispirato al cinema di Asghar Farhadi e ambientato in Tunisia all’alba della primavera araba.
da giovedì 21 aprile 2022Descrizione
UN FIGLIO di Mehdi M. Barsaoui (Tunisia, Francia, Libano, Qatar 2019, 96′)
giovedì 21 aprile ore 21.00 insieme a Valentina Albertini, Psicologa psicoterapeuta, didatta Csapr Prato e docente Università degli studi di Firenze
Da giovedì 21 aprile entra in programmazione il nostro nuovo film Un figlio, distribuito da Valmyn e I Wonder Pictures in collaborazione con la Fondazione Stensen. Un potente dramma familiare tra etica e religione, ispirato al cinema di Asghar Farhadi e ambientato in Tunisia all’alba della primavera araba.
Fares e Meriem sono una coppia felice, con un figlio di dieci anni di nome Aziz. Le loro giornate trascorrono allegre e piene di speranza nel futuro del proprio paese. Ma la tragedia è dietro l’angolo. Al ritorno da un fine settimana a Tataouine, la loro auto viene coinvolta in un’imboscata in cui viene gravemente ferito il piccolo Aziz. Un evento che sconvolgerà le loro vite, facendo emergere un segreto inconfessabile…
UN FIGLIO, che segna il debutto cinematografico del regista tunisino Mehdi M. Barsaoui, mette in luce tematiche e pone interrogativi di significato universale, attraverso una vicenda profondamente connotata dalle contraddizioni della Tunisia attuale. L’intreccio fra una cultura patriarcale e l’irrompere della modernità, il conflitto tra ciò che sarebbe tecnicamente e idealmente possibile per salvare una giovane vita e ciò che risulta di fatto oggettivamente impossibile scuotono le nostre coscienze in un crescendo di interrogativi sul senso della genitorialità, sull’inattesa frattura tra la realtà della biologia e quella della biografia. E il dramma di una famiglia si inscrive in uno scenario dove alla speranza si sostituisce progressivamente la violenza e l’orrore di una indicible mercificazione. Finché l’incontro di uno sguardo tra una madre e un padre ci apre a un tempo futuro dove guarire significa anche rifondare le relazioni umane su valori ben più forti di quelli meramente genetici.