
La famosa invasione degli orsi in Sicilia
Un film per adulti e bambini, illustrato da Lorenzo Mattotti e tratto da un racconto di Dino Buzzati.
dal 7 novembre 2019Descrizione
in programmazione dal 7 novembre
sabato 2 novembre doppia anteprima alla presenza di Lorenzo Mattotti: ore 10.30, con cineforum per bambini, ragazzi, studenti e famiglie / ore 15.30, con cineforum
domenica 10 novembre ore 15.30 in palio un kit peluche junior con cui sosteniamo il WWF nella campagna in difesa dell’Orso Bruno Marsicano.
LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI IN SICILIA di Lorenzo Mattotti (Fr, Ita 2019, 82′) età: 6+
un film per adulti e bambini, tratto da un racconto di Dino Buzzati
Leonzio, il Grande Re degli orsi, nel tentativo di ritrovare il figlio da tempo perduto e di sopravvivere ai rigori di un terribile inverno, decide di condurre il suo popolo dalle montagne fino alla pianura, dove vivono gli uomini. Grazie al suo esercito e all’aiuto di un mago, riuscirà a sconfiggere il malvagio Granduca e a trovare finalmente il figlio Tonio. Ben presto, però, Re Leonzio si renderà conto che gli orsi non sono fatti per vivere nella terra degli uomini…
Tratto dal racconto di Dino Buzzati, con le voci di Toni Servillo, Antonio Albanese, Corrado Guzzanti e Andrea Camilleri.
Conservando il biglietto si avrà diritto al 10% di sconto sui giocattoli e gli articoli di Dreoni (eccetto quelli già in promozione) e, presso la Libreria Alzaia, al 10% di sconto sugli illustrati e al 15% di sconto sui libri di Lorenzo Mattotti.
In collaborazione con le Librerie indipendenti: Alzaia, Cuccumeo, Florida, Leggermente, L’Ora Blu, On the road, Piccola Farmacia Letteraria, Punti Fermi, Todo Modo.
Tonio, figlio del re degli orsi, viene rapito dai cacciatori nelle montagne della Sicilia. In seguito a un rigoroso inverno che minaccia una grande carestia, il re decide di invadere la piana dove vivono gli uomini. Con l’aiuto del suo esercito e di un mago, riesce a vincere e a ritrovare Tonio. Ben presto, però, si renderà conto che gli orsi non sono fatti per vivere nella terra degli uomini.
Dino Buzzati, uno dei più importanti autori della letteratura italiana del Novecento, scrisse e disegnò «La famosa invasione degli orsi in Sicilia» in qualità di zio per intrattenere le nipoti pubblicandola tra il gennaio e l’aprile 1945 sul Corriere della Sera fino a quando il quotidiano dovette sospendere le pubblicazioni in seguito alla Liberazione e la storia rimase incompleta. L’autore la rivide, la completò e la pubblicò nello stesso anno.
Chi avrà la fortuna (e il piacere) di assistere a questa versione del testo portata sul grande schermo da Lorenzo Mattotti potrà legittimamente chiedersi perché ci siano voluti 74 anni (e sei di lavorazione) perché ciò accadesse.
La risposta sta nel fatto che è sempre sembrata un’operazione difficile trasporre le opere di Buzzati al cinema. Le sue atmosfere, la sua capacità di trasformare il quotidiano in metafora, il suo pessimismo della ragione che si alimentava anche di dimensioni ‘altre’ sembravano costituire un ostacolo insormontabile. Il deserto dei tartari fece numerosi passaggi di mano in mano prima di approdare a Zurlini e diventare l’unico film davvero avvicinabile all’estetica e all’etica buzzatiane.
Mattotti riesce a bissare l’impresa perché nella sua libera reinterpretazioe di artista qual è si legge un profondo rispetto per l’opera del Maestro. Quelle montagne che salgono aguzze, quei quadri appesi alle pareti del palazzo reale sono omaggi diretti alla pittura buzzatiana il quale, non dimentichiamolo, è stato l’autore di «Poema a fumetti» da lui completamente illustrato.
Lasciando intatta la ‘morale’ pessimistica sulla natura umana (a cui gli orsi possono però, anche se con fatica, contrapporsi) Mattotti crea un film per grandi e piccoli a cui dedica esplosioni di colori e spazi di riflessione, azione e narrazione. Il cantastorie e la sua aiutante (a cui viene dato il nome di Almerina, la moglie di Buzzati scomparsa nel 2015) inseriscono la narrazione nell’antica tradizione del passato raccontando le vicende di uomini e orsi a un anziano plantigrado che ha la voce (e questa scelta non può non far pensare e anche un po’ commuovere) di uno scrittore che ha saputo trasferire nelle sue pagine gli umori di quella terra che sta nel titolo: Andrea Camilleri.
Giancarlo Zappoli, MYmovies.it